Castello Banfi Poggio Alle Mura Brunello Di Montalcino Riserva 2012. Vinicola Banfi vini in Montalcino.
Produttori, Vino Pregiato

Castello Banfi: Guadagni per Tutti e la Storia Segreta di Vinicola Banfi

La vinicola Banfi da sempre multiofferta per quanto riguarda il vino, si inserisce con classe nella fornitura di servizi turistici più completi e di fascia alta, offrendo servizi come un resort di qualità Top situato in un Castello e un ristorante di eccellenza dove è possibile degustare i molti vini provenienti dalla cantina di Castello Banfi.

L’azienda sempre all’avanguardia  è modernità nelle tradizioni, un innovare rispettoso di ciò che è stato ed ha fatto arrivare fin qui la vinicola Banfi, guardando però sempre al futuro, a come migliorare nel fare vino di qualità, salvaguardare il territorio e in ultima  analisi rendere migliore la vita delle persone.

 

In origine Banfi diventa Villa Banfi: oggi Castello Banfi

Il 2018 segna i 40 anni della tenuta Banfi a Montalcino:

era infatti il 1978 quando Harry Mariani e suo fratello John già a capo di una ditta esportatrice di vino italiano negli states tra le più grandi allora presenti, decidono di investire in questo minuscolo lembo di terra nel comune di Montalcino in cui si poteva coltivare il sangiovese grosso e quindi vinificare il Brunello.

Italo americani i due fratelli, visto che loro padre era emigrato negli “States” vari anni prima, ma come ben sappiamo il richiamo dei luoghi di origine è sempre forte e quindi per chi ce l’ha fatta un qualche tipo di “ritorno a casa” ci deve sempre essere.

Scelgono quindi un enologo che possa sostenere e soprattutto abbia le capacità per un progetto così grande che ancora in Italia non era stato fatto:

Ezio Rivella che porterà  nell’olimpo i vini Made in Banfi ed al tempo stesso ne riceverà lustro personale per essere a capo di un progetto così importante.

Castello Banfi "La Pettegola" Vermentino Toscana I.G.T Castello Banfi La Pettegola Vermentino Toscana IGT 2017

 

Castello Banfi entra negli anni 80 come Villa Banfi

Oggi le dimensioni della tenuta sono immense se paragonate al produttore medio di Brunello di Montalcino, ma oltre trentanni fa erano semplicemente impensabili:

ancora non era finita l’onda lunga dello svuotamento delle campagne e la corsa degli emigranti verso le città, verso le fabbriche con il loro orario ben definito e questi due pazzi investivano miliardi di lire(ben più pesanti dei milioni di euro)per fare il vino.

Proprio vero che gli americani sono strani e gli piace buttare via i soldi…

(Pensiero del Montalcinese tipico negli anni “80.)

Se ancora vi sono molte persone-produttori che vivono alla giornata beneficiando del lavoro di altri, in quegli anni le parole come investimento nel Brand, ricerca della qualità, ottica di medio-lungo periodo solo per dirne alcune, erano sconosciute a quasi tutte le persone nell’orbita del Brunello di Montalcino salvo forse il Dottor Ciatti che vino non ne aveva e l’allora fattore dell’azienda agricola il Poggio(M. Ciacci)  anch’essa senza vino che si fonderà in seguito con un’altra proprietà delle Pie Disposizioni diventando  l’azienda e l’etichetta di Brunello di Montalcino Abbadia Ardenga.

Montalcino faceva fatica a stare in piedi, a rimanere sopra i 5000 abitanti con i benefici ad esso connessi, gli uomini erano costretti ad andare nei paesi limitrofi per uno stipendio, in particolar modo a Torrenieri, la frazione più grande del comune che di fabbriche ne aveva 3 o 4.

 

Villa Banfi regala l’immortalità e i grandi mercati U.S.A. al Brunello di Montalcino!

In una New york che stava ridisegnando il suo futuro come città multietnica laboratorio e non più come luogo di crimini e violenze, c’era tutti i giorni una sola costante:

TIR, bilici, camion con rimorchi lunghissimi tipici degli states che ogni giorno percorrevano le strade della grande mela pubblicizzando sulle loro enormi fiancate il Brunello di Montalcino Banfi, o per essere precisi Brunello Villa Banfi.

Decine e decine di bisonti della strada che infaticabili mostravano il loro messaggio a chiunque si trovasse di lato a essi.

Il Consorzio del Brunello di Montalcino e soprattutto i piccoli produttori che esportano fuori dagli italici confini dovrebbero fare non uno ma dieci, cento monumenti per ringraziare l’azienda che oggi ha preso il nome di Castello Banfi, forse per non confondere la tenuta di proprietà con altre “Villa Banfi” presenti su e giù per la penisola.

La buona disponibilità economica della società import-export di Vini italiani in Nord-America dei fratelli Mariani e la loro propensione a investire ingenti capitali in un’ottica di medio lungo termine, è stato con buona probabilità il fattore determinante del successo del Brunello di Montalcino nel mondo.

Ricordo che in quegli anni l’unico vino italiano famoso fuori dai confini nazionali era il Chianti, il resto era un deserto popolato solo di Vino e Champagne francese.

Poche aziende avevano la capacità di poter fare per il Brunello di Montalcino anche solo un ventesimo di cosa hanno fatto a livello di marketing pubblicità i due intrepidi fratelli:

forse con uno sforzo congiunto* di tutti i produttori qualcosina poteva essere fatto, ma di certo non ai livelli di Villa Banfi.

Castello Banfi Pinot Grigio San Angelo 2017 Toscana I.G.T Castello Banfi Pinot Grigio San Angelo 2017 Toscana I.G.T

Mentalità chiusa  e un certo “astio” per Villa Banfi pervadono gli “80.

Mentre i fratelli Mariani pagavano di tasca propria una campagna pubblicitaria enorme per il Nord-America di cui avrebbero poi beneficiato tutti quanti i produttori, a Montalcino succedeva un fatto alquanto singolare.

Una infondata campagna denigratoria passava di bocca in bocca come fosse un pettegolezzo sulle corna di qualche marito:

  • “cosa vuoi che ne sappiano due americani di come si fa il vino bono”

  • “voglio proprio vedere cosa se ne fanno di tutto quel vino”

Intanto sono italoamericani, mentre per quanto riguarda la grande quantità di vino:

semplicemente la vendono dato che il mondo è grande, non ruota tutto intorno a Montalcino come molti ilcinesi continuano a credere.

Davvero curioso sentire contadini che svendevano il vino a damigiane o addirittura l’uva, criticare apertamente Villa Banfi che spendeva soldi propri per far guadagnare di più tutti!

 

Le vigne ci sono, gli operai e tecnici sono stati assunti, manca qualcos’altro…

L’azienda Vinicola Banfi ha bisogno di una cantina, ma non di una semplice cantina:

una cantina all’altezza della vinicola Banfi!

Nessuno 40 anni fa aveva mai visto o neanche lontanamente immaginato una cantina come quella di Villa Banfi:

scolaresche degli istituti tecnici agrari, quelli ad indirizzo enologico, università di agraria da tutta Italia ed anche dall’Europa visitano senza sosta questo gioiello tecnologico che è la cantina della vinicola Banfi.

 

 

Villa Banfi: vini di varie tipologie e Marketing Aggressivo

Entrare in un mercato vecchio di un secolo con pochi grandi player storici, vedi Biondi Santi, Col D’Orcia, il Poggione, I Barbi e tanti piccoli produttori a livello familiare e farsi conoscere, vendere il proprio prodotto non è cosa facile, diffida di chi dice il contrario.

I fratelli Mariani grazie al fatto di essere uno dei principali importatori di vino italiano per il Nord America sapevano bene come ci si muove nel marketing:

i passi necessari per vendere vino Villa Banfi, la quantità di denaro minima per arrivare a creare una percezione di qualità nel pubblico indistinto del vino pregiato come lo sarà quello prodotto da Castello Banfi.

 

Facile piazzare il vino se lo regali come fa Villa Banfi…

Che due imprenditori di successo a livello internazionale o meglio intercontinentale regalino qualcosa ad altre attività commerciali non è una frase che abbia del senso logico.

Eppure queste erano le voci che giravano a Montalcino nel finire degli anni 80:

compri sei bottiglie di Brunello Villa Banfi e te ne regalano altre sei di Rosso-prosecco-bianco-moscadello-scrivi tu il nome…

Se compri oltre una certa quantità invece del doppio te ne regalano il triplo di vino e poi bicchieri di cristallo e cavatappi e…

Facile vendere il vino in quel modo!

Non c’è niente di facile nel vendere milioni di bottiglie di vino a prezzo non popolare come fa da tanti anni Castello Banfi!

Chiunque dica il contrario non sa come funziona il mercato!

 

Montalcino, Villa Banfi, Gli anni ottanta ed il marketing questo sconosciuto…

La vera ragione dell’offrire bottiglie di Villa Banfi Vini nei primi anni dell’azienda dei fratelli Mariani che diventerà quella grande ed amata realtà che è adesso Castello Banfi, sta tutta in una parola:

MARKETING!

Per chi ritiene una parola troppo poco ne metto delle altre riguardo a “regalare” le bottiglie:

strategia di marketing aggressiva dei fratelli Mariani.

Comportarsi in quel modo ha bisogno a monte di alcuni prerequisiti:

  • Pensare al medio lungo periodo
  • avere le risorse finanziarie per aspettare il medio lungo periodo per guadagnare.
  • Sapere come funziona davvero una strategia di marketing di livello e rischio così alto.

 

Castello Banfi Excelsus 2011 Toscana I.G.T Castello Banfi Excelsus 2011 Toscana I.G.T

I passi fatti da Villa Banfi per creare il Brand e quindi vendere milioni di bottiglie

Quando ci fossero i prerequisiti sopra detti ed i fratelli Mariani li avevano alla grande, si passa alla realizzazione pratica.

Banfi fa omaggio o vende sotto prezzo bottiglie di alcuni suoi prodotti che vuole lanciare sul mercato.

Le enoteche, i bar, i ristoranti travandosi a magazzino un prodotto dai margini così alti iniziano a proporlo ai clienti.

Offri oggi, proponi domani un prodotto di qualità come ha sempre prodotto la vinicola Banfi, si arriva con il tempo al fatto che saranno gli stessi clienti a chiedere dei prodotti Banfi anche quando il gestore del locale non aveva intenzione di ricomprare Villa Banfi perché i margini iniziali non vi erano più.

Quando al proprietario di un’enoteca arriva una richiesta per Brunello di Montalcino Castello Banfi all’anno, si dice tra se che ha fatto bene a non ricomprarlo.

Ma se le richieste sono 10-20-50 o 100 al mese, non c’è da pensarci sopra, è certamente l’ora di averlo a magazzino!

Strategia di Marketing riservata ai soli grandi!

Per capirci è la strategia che mette in atto la Cina da vari anni, oppure online un big come Amazon che con margini risicati e struttura efficente fa fuori gli altri venditori.

Sempre online e nel mondo del vino c’è un’azienda che tenta di farlo proprio in Italia:

cerca a colpi di sconti, offerte e pubblicità onnipresente di far fuori gli altri venditori di vino online.

Non gli riesce alla perfezione ed i problemi devono ancora arrivare:

io azienda di prestigio che vendo a 30 euro a te e a 50 euro al pubblico, non posso trovare il mio prodotto venduto online a 33 o 35 euro:

mi rovini il nome e mi sputtani il mercato!

Grazie  a campagne pubblicitarie ossessive è riuscito a prendere una fetta enorme del vino venduto online e si vanta di essere l’azienda dai fatturati più alti nel settore dove compete.

Voglio rivelarti un segreto conosciuto solo da pochissimi imprenditori:

fare alti fatturati è abbastanza facile.

La cosa veramente difficile è guadagnarci anche da questi alti fatturati!

 

Poggio Alle Mura 2010: Castello Banfi Poggio Alle Mura 2010: Castello Banfi Brunello di Montalcino

 

Castello Banfi il perché di un nome…

Castello Banfi: origine del nome Banfi; foto teodolinda banfi.

Grandi imprenditori e visionari i due fratelli Mariani, capaci di investire cifre ragguardevoli su Montalcino quando ancora veramente pochi davano un reale valore al Brunello di Montalcino:

per primi hanno fatto campagne pubblicitarie enormi nel Nordamerica che come abbiamo detto hanno contribuito in modo fondamentale all’esplosione di popolarità e prezzi del vino bruno:

il Brunello!

Qualcosa non mi torna con i nomi-cognomi:

  • John Mariani

  • Harry Mariani

  • Banfi

  • Villa Banfi

  • Castello Banfi

Si decisamente qualcosa non torna:

Mariani ha ben 7 lettere mentre Banfi ne ha solo 5, la cosa è strana davvero…

Lasciamo perdere l’ironia e cerchiamo di capire perché se il cognome è Mariani alla tenuta da loro comprata hanno voluto mettere il nome BANFI.

Tutto parte da Teodolinda…

Proveniente da famiglia povera o disagiata Teodolinda Banfi è la sorella della mamma di Giovanni F. Mariani, colui che ha fondato l’azienda di famiglia nel lontano 1919.

Adottata dalla Famiglia Ratti di Milano cresce insieme ad un certo Arcivescovo Cardinal Ratti:

magari il cognome Ratti non ti dice niente, sono però sicuro che il nome che ha preso nel 1922 al momento in cui è stato nominato Papa, cioè Pio XI ti suona più familiare e conosciuto.

Governante del cardinale a Milano, Pio XI la vuole con se anche al Vaticano dove diventa la prima donna laica in assoluto ad aver varcato la soglia della sede papale.

Al momento dell’acquisto della tenuta vinicola Banfi Vini in Montalcino, Harry e John Mariani vogliono rendere omaggio a questa straordinaria loro antenata:

viene deciso quindi che il nome non può essere altro che BANFI!

Banfi

Villa Banfi

Castello Banfi

Vinicola Banfi

Agriturismo Banfi

ecc. ecc.

Non importa cosa dici sempre la straordinaria donna che era Teodolinda Banfi viene ricordata, davvero un grande gesto e affetto dei fratelli Mariani per questa “piccola ma forte donna“(così la ricordano gli archivi vaticani in cui si parla di lei).

 

40 Anni e sentirli tutti uno per uno:  questo è Castello Banfi oggi!

Davvero stavo per perdere una scommessa, c’è mancato veramente poco:

una bottiglia di Solaia 2015 che Castello Banfi usciva prima di fine anno con bottiglia celebrativa apposita a ricordare l’acquisto del primo lembo di terra originario che fu Villa Banfi.

Con solo 10 giorni alla fine del 2018 e con una bottiglia cento centesimi di Solaia 2015 da cui stavo per separarmi, è finalmente arrivato il regalo di Natale Banfi:

La confezione è decisamente grande, non ci dovrebbero essere dubbi che è celebrativa, comunque sono come sant’Alfredo, non credo se non vedo, quindi cosa vedo:

Logo Banfi 40 per celebrare i 40 anni della tenuta Banfi.

La bella scatola da una sensazione di pregiato, qualcosa di lusso, non comune e dozzinale:

merito probabilmente della sensazione tattile che ricorda qualcosa di gommato, di morbido, di piacevole da toccare e del logo Banfi 40° color oro con scritte bianche in risalto sul fondo omogeneo nero.

Finalmente apro la scatola.

Tutto nero l’interno meno l’etichetta della bottiglia:

Castello Banfi: bottiglia celebrativa dei 40 anni di Banfi a Montalcino. 1978-2018

Probabile che il rimandare la celebrazione dei 40 anni dell’azienda Banfi verso la fine dell’anno sia stato deciso per via del forte lutto che ha scosso Castello Banfi fin dalle fondamenta.

 

Il 2018 inizia tristemente per Castello Banfi: Muore a 56 anni Rudy Buratti

35 anni passati tra le botti, i tini e le barriques prima di Vìlla Banfi poi del Castello:

la cantina, la vinicola Banfi non è più la stessa senza il suo passeggiare tranquillo e sicuro tra i suoi gioielli, vini che aveva contribuito o creato in toto.

Entrato in azienda quasi subito nel 1983 a soli 21 anni fu affiancato al Grande Ezio Rivella primo Enologo di Villa Banfi e a cui per primo fu affidato l’incarico di far crescere questa grande azienda nel mondo.

Nel 1999 Rudy Buratti ormai di fatto capo assoluto da alcuni anni, assume in modo ufficiale la direzione totale del settore enologico di Castello Banfi e inizia una scalata verso il riconoscimento mondiale sempre più chiaro dell’azienda che ormai non è più solo vitivinicola.

Non esiste vino attuale su cui Rudy “non avesse messo le mani” e lasciato in qualche modo la sua impronta, ci dice fra le lacrime un dipendente della cantina Banfi che non vuole essere nominato, perché l’unico nome da ricordare adesso è Rudy Buratti, un trentino adottato in pieno da Montalcino, il Brunello e soprattutto dalla Famiglia Mariani proprietaria di Castello Banfi che ha sempre avuto la massima fiducia e stima per un uomo cresciuto internamente all’azienda ma che ha portato la Banfi a grandi altezze nel mondo enologico.

 

Accadeva 40 anni fa nell’allora Villa Banfi Vini

Un salto indietro nel tempo ci porta agli albori della vinicola Banfi che almeno all’inizio sembrava a molti che non avesse le idee chiare su come si fa il Brunello di Montalcino.

Nel 1978 l’acquisto del nucleo originario e poco dopo la creazione della meravigliosa Cantina Banfi.

Passi normalissimi per chiunque compra un’azienda agricola:

prima compri il terreno, poi metti a dimora o semini le piante che andrai a commercializzare, in questo caso l’uva e derivati e per finire il ciclo ci vuole una cantina, quindi sua costruzione e messa in produzione.

Allora perché a Montalcino, come detto sopra, vi era astio e tentativi di ridicolizzare due imprenditori di calibro internazionale come i fratelli Mariani?

Il consorzio del Brunello di Montalcino ancora molto giovane vide lo scatenarsi di risse verbali tra i favorevoli a Villa Banfi(molto pochi) e chi desiderava vedere l’azienda vitivinicola sparire da Montalcino, cioè impedirgli in qualche modo la produzione del Brunello di Montalcino.

Cosa questa quasi impossibile, dato che la futura tenuta Banfi aveva comprato dei vigneti con i diritti di produrre il Brunello di Montalcino in tali appezzamenti.

Un provvedimento ad hoc per loro avrebbe creato la perdita totale di credibilità del consorzio e gli avvocati dell’allora Villa Banfi mangiarsi a colazione il consorzio.

Paura e “ho sentito dire” fanno nascere le paure infondate su Banfi

Non avevano ancora prodotto il Brunello che già giravano voci che la tenuta Vinicola Banfi voleva portare la prima commercializzazione del Brunello di Montalcino dai 5 anni canonici ai ben più veloci tre.

In effetti è vero che nell’aria c’era questa richiesta di passare ai 3 anni, ma non veniva da Villa Banfi, anche se è probabile che la Vinicola Banfi appoggiasse tale richiesta più o meno ufficiosamente almeno in parte.

La richiesta veniva da altri produttori di Brunello di Montalcino che avevano smerciato troppo vino sfuso o come rosso perchè non prevedevano una tale richiesta del Brunello così forte, grazie anche ai vari problemi che varie case francesi storiche avevano in quegli anni.

Problemi che facilitarono la scoperta di alcuni vini toscani, partendo logicamente dal vino allora più famoso, il primogenito Chianti, passando per l’iniziale produzione dei primi SuperTuscan e of course arrivando a il Brunello di Montalcino:

tutti beneficiavano in numeri di vendita e prezzo finale al consumatore in forte aumento, ma pochi avevano pronto il vino per esaudire tale richieste.

Tali produttori di cui evito di fare i nomi(visto che qui ci vivo e lavoro), non credevano che questo trend di prezzi in rialzo e richieste da ogni dove per il Brunello di Montalcino fosse cosa di lungo periodo, quindi avrebbero visto di buon occhio cavalcare il trend il prima possibile, prima che tutto tornasse alla normalità.

 

La Tenuta vitivinicola Banfi rispetta l’ambiente

Castello Banfi ha sempre avuto un particolare riguardo per lo sviluppo eco sostenibile:

un impegno che ha portato la Tenuta Banfi a essere diversa da quasi tutti gli altri produttori di Brunello di Montalcino e non solo.

Ogni anno pubblica un report sullo sviluppo sostenibile dell’azienda stessa e delle misure intraprese per diminuire in modo costante l’impatto ambientale che Banfi ha sul territorio locale e su quello globale grazie a diminuzioni straordinarie della CO2 fin dal lontano 2009, esattamente 10 anni fa.

La ex Villa Banfi ora Castello nel periodo 2008/09 insieme ai produttori di bottiglie  fa un interessante studio sull’impatto che la produzione trasporto e vendita delle bottiglie ha sull’ambiente grazie alla sensibile diminuzione della CO2 prodotta e quindi rilasciata nell’atmosfera.

 

Castello Banfi Idea: The Lightweight Bottle!

Le bottiglie bordolesi avevano fino a tale momento un peso di circa 570 grammi, cioè ben più di mezzo Kg:

la sfida diventa quindi usare meno tonnelate possibile di vetro.

Dopo varie prove ecco nascere ”La Bottiglia Leggera”, una bordolese dal peso di 400 grammi, ben 170 in meno della Bordelaux peso standard.

Solo un esercizio di stile, qualcosa da dire alla stampa e poi tornare ai vecchi sistemi?

A Banfi non si scherza su queste cose:

dal 2009 a oggi ben 30 milioni e 500000 bottiglie leggere di 400 grammi sono state usate e commercializzate dalla Tenuta Banfi.

Come ho detto poco sopra l’azienda non scherza su queste cose, fa sul serio, anzi fa dannatamente sul serio e fa bene!

Nel 2014 Castello Banfi ha una nuova idea:

ecco nata la bottiglia bordolese da 360 grammi!

Dalla seconda metà del 2014 ad oggi sono state prodotte ed usate ben 6 milioni di bottiglie del peso di solo 360 grammi con un altra pazzesca riduzione della CO2 prodotta.

Banfi è tra le prime aziende in Italia e non solo ad aver preso la direzione ecosostenibile in modo completo con l’intera azienda a supportare tale scelta direzionale.

The Lightweight Bottle ha sostituito la 570 grammi standard quasi ovunque nel catalogo Banfi, con un’unica eccezione:

le bottiglie bordolesi dei vini dedicati al lungo invecchiamento come ad esempio il Brunello di Montalcino Castello Banfi.

Visto che ti ho parlato poco tempo fa della vendita di Magnum e Jeroboam, voglio rimanere in tema:

 

Castello Banfi Brunello Poggio All’Oro Riserva 2012 Magnum

 

Castello Banfi: Vendere Bottiglie leggere non è facile come si pensa…

Magari hai letto in modo distratto il paragrafo sopra, oppure hai pensato che così risparmiano altro che ambiente, ti consiglio di ripensarci:

la Vinicola Banfi si è presa un enorme rischio a partire tra i primi al mondo con bottiglie leggere e poi ancora più leggere.

Dove sta il rischio mi chiedi?

Ok, attacca i i neuroni e te lo dico subito:

il peso  da una delle prime percezioni di qualità bassa o alta alla bottiglia, molto, molto prima che la bottiglia sia aperta e bevuta.

Test confermano che tra due bottiglie identiche che differiscono solo nel peso, quella che pesa di più viene percepita:

  • di maggiore qualità nell’ 87,7% dei casi.

  • nessuna differenza nel 6,5% dei casi

  • di minore qualità solo nel 5,8% dei casi.

I risultati parlano chiaro, fare bottiglie leggere per prodotti di qualità può danneggiare il prodotto e in ultima analisi anche il marchio.

Certo per chi riflette, per chi sente come propria la cultura ecologista e non sporcare ancora di più il pianeta la scelta di Castello Banfi è da premiare, ma…

Vi è un piccolo problema in questo ragionamento:

la scelta da premiare ecologica è un pensiero da fare e pure abbastanza evoluto purtroppo riservato a pochi, mentre la percezione di peso uguale a qualità è immediata e inconscia.

 

Vinicola Banfi ‘‘walk the talk

Qual è il significato di ”walk the talk”?

Vediamo un po’ ‘walk’ è camminare e ‘talk’ è parlare, quindi camminare il parlare.

Così non si capisce niente, faccio un esempio che è meglio.

Sono un maestro di yoga:

insegno a tutti e brontolo chi ancora non è diventato 100% vegetariano.

Poi finite le lezioni mi cucino un elefante alla brace e come contorno salsicce e fiorentina con spezzatino di cinghiale…

Non è ”Walk the Talk” nemmeno questo, è il contrario preciso!

Castello Banfi walk the talk con il suo impegno verso una direzione ecosostenibile:

ritiene a ragione che le grandi aziende devono dare l’esempio per prime, tracciare la strada, essere come dei pionieri su cui gli altri seguiranno quando avranno visto che la strada è possibile.

Nel momento che Castello Banfi dimostra al mondo che si può inquinare meno ed essere profittevoli e competitivi come azienda altri seguiranno e lo sforzo fatto dalla proprietà Banfi si moltiplicherà come effetto, questo è cio che deve accadere e ripaga la Vinicola Banfi dell’immenso sforzo di  essere la prima azienda a fare questo.

 

Cantina Banfi Montalcino: produrre Brunello o Lambrusco?

Ma che razza di domanda è mai questa?

Quesito senza senso, eppure nei primi anni di Villa Banfi a Montalcino vi erano varie persone che credevano, erano convinti che l’obiettivo dei Fratelli Mariani fosse trasformare il Brunello in una specie di Lambrusco o Barbera.

Il nascere di questi pettegolezzi infondati era quasi a sicuro il Brachetto Banfi:

una specie di spumante dolce di colore rosso molto amabile e facile da bere.

Proprio il Brachetto della vinicola Banfi fu uno dei primi a decollare in quanto a vendite e richieste dei clienti.

Questo ed altri prodotti ”veloci” servivano lo scopo di far girare e conoscere in modo capillare il marchio Banfi, così che al momento dell’uscita del proprio Brunello di Montalcino il Brand Banfi avesse già una certa autorità sui consumatori.

In seconda battuta vendere subito ed incassare prima un po’ di denaro non dispiace mai a nessuna azienda:

diminuisce il capitale necessario a completare il tutto ed al tempo stesso permette di avere il polso del mercato riguardo alla propria azienda, in questo caso Villa Banfi che diventerà la odierna Castello Banfi.

 

Castello Banfi il Borgo: non di solo vino vive l’uomo!

La casa vinicola Banfi dopo l’acquisto del nucleo originario della tenuta negli anni 70, ha continuato quando se ne è presentata l’occasione ad acquistare terreni strategici per produrre vini di alta qualità:

terreni con la perfetta combinazione di zone esposte nel modo giusto e di Terroir, perché il sole e il suolo sono la linfa vitale di viti in salute prima e di vini eccezionali dopo.

Logico che non ha comprato solo i terreni, di solito uno o più poderi erano sempre compresi, talvolta addirittura un Castello…

 

Il futuro di Banfi è Olistico, completo, integrato, un’esperienza completa

Una ‘dinastia’ come quella dei Mariani con il commercio nel sangue, abituati a vendere prodotti di alta qualità non poteva rimanere indietro rispetto a certi trend mondiali del turismo eno-gastronomico e welness.

Ecco allora nascere nello splendido Castello di Poggio Alle Mura ora rinominato Castello Banfi, una struttura turistica recettiva ai massimi standard mondiali per qualità e bellezza, nonché bontà con un ristorante che inebria con le sue ricette il palato e fa gustare i vini Banfi al massimo delle loro potenzialità.

Come detto all’inizio di questo articolo, l’attuale nome dell’azienda è Castello Banfi:

usare un luogo come rappresentante dell’intera azienda porta in se grande responsabilità, ciò che non dovesse andar bene lì, andrà in automatico a riflettersi in negativo su tutta l’azienda.

 

Castello Banfi: una sorpresa dentra la sorpresa

Continua…

 

 

 

Note al testo:

Sforzo congiunto* = Se voi riuscite a mettere d’accordo tre o più montalcinesi(detti ilcinesi) su qualcosa e metterci pure i soldi sopra per un progetto comune, fatemelo sapere che vi faccio mettere di diritto nel guinness dei primati!

 

Continua presto…